(in memoria del 27 maggio 1972)
Del tempo che scorse inesorabile
Io sono colui che sa, e ne sarò scrittore.
Io sono colui che ascolta,
Perché m’insegnò ad ascoltare con gli occhi.
Io sono colui che vede,
Perché v’impresse il totem dell’amore.
Io sono colui che conosce,
perché conobbi l’antenato del dolore.
Io sono colui che piange,
Perché calpestai la terra viva del fuoco,
E ne abbracciai l’ardore faccia a faccia.
Io ne violai l’ardore come Icaro,
Ne fui l’angelo di fuoco alle pendici del fuoco.
Del tempo che fluì ineluttabile
Io sono colui che sa,
Ma a nessuno importa di sapere.
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30 giugno 2011 at 3:29 pm
a qualcuno importa di sapere….
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30 maggio 2011 at 11:58 am
bravo, mon frère!!! ci porti nella fucina e dobbiamo stare attenti a non scottarci con le scintille che volano da tutte le parti… e poi “a nessuno importa di sapere”…falso, ma bello…hai forgiato proprio una katana vecchio stile, quelle fatte con 600 strati d’acciaio temprato!!!
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